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Posts Tagged ‘sicilia’

Salvatore Cuffaro ha finalmente deciso di rassegnare le dimissioni. L’avverbio non è certamente utilizzato per fare del sarcasmo, ma semplicemente per evidenziare il ritardo di un’atto inevitabile e doveroso, nei confonti di una regione da sempre alle prese col tentativo di riaccreditarsi. Cuffaro con il suo aver temporeggiato, ha offerto una pessima lezione istituzionale, tanto più che tale attegiamento veniva realizzato in qualità di presidente della regione sicilia. Proprio in qualità di governatore di una regione, che come dicevo pocanzi, è da sempre in forte debito nei confronti della sua immagine, totò avrebbe dovuto rassegnare le sue dimissioni già all’indomani della pronuncia della sentenza. Certamente cuffaro aveva dalla sua il suo personalissimo alibi di non essere stato condannato per associazione mafiosa, ma l’essere stato comunque condannato per favoreggiamento e violazione del segreto d’ufficio, non’è che cambi molto la sostanza di quell’alibi. Tuttavia la cosa ancora più paradossale è stata la reazione dei vertici dell’udc, i quali hanno difeso con coraggio la posizione dell’ex governatore, arrivando al punto di equiparare la serietà della sentenza ai danni di cuffaro, con la gravità dell’emergenza rifiuti in campania, determinata da anni di pessima amministrazione delle politiche ambientali. Ora, nulla togliendo alla gravità del quadro napoletano e alle responsabilità di amministratori come bassolino e pecoraro scanio, credo sia alquanto azzardato mettere sullo stesso piano i due fenomeni. La considerazione è doverosa, per il semplice fatto che il problema della campania, pur nella sua gravità, è sostanzialmente un problema di cattiva amministrazione come ce ne sono e ce ne saranno tanti in italia, mentre il problema di cuffaro è ben più serio, perchè riguarda un caso di collusione di un pubblico amministratore con un sistema non del tutto cristallino e con l’aggravante che tale favoreggiamento si è realizzato mediante un abuso e una violazione di determinati poteri e doveri istituzionali. Quello che mi stupisce è come, una personalità come casini, non abbia rilevato questa evidente diversità tra i due casi, e si sia spinto al punto di  far sentire in difetto più pecoraro scanio che cuffaro. Daltronde però, non ci si poteva aspettare altrimenti, da chi per bocca del suo segretario nazionale, non esitò ad invocare leggi più attente alla solitudine dei parlamentari !!. La delicatezza della questione siciliana, però, non poteva e non doveva essere gestita con la stessa formalità della vicenda mele, e questo semplicemente perchè, in una regione in cui da sempre si cerca di arginare il fenomeno mafioso, coloro che rappresentano lo stato non possono tifare un giorno per la legalità, cantando vittoria all’arresto dei lo piccolo, e poi il giorno dopo remare contro quel principio che da sempre, ripeto, rappresenta la crociata di tutti i siciliani. Se alle porte non ci fossero state le sempre più probabili elezioni o comunque il decreto di sospensione nei confronti di cuffaro da parte di prodi, totò sarebbe rimasto ancora al suo posto, e l’udc avrebbe continuato con maggiore convinzione a fare da scudo al suo vice segretario nazionale. Una volta tanto la caduta di romano è stata utile a qualcosa, ma adesso speriamo che le redini della sicilia vengano raccolte nel maniera più utile possibile, il che non equivale a dire da rita borsellino. Con questo non voglio certamente affermare, che la sorella del magistrato non sia la persona adatta a governare la sicilia, ma semplicemente che candidare rita borsellino, non soltanto significherebbe processare cuffaro e la sua politica, dato l’ideale che la borsellino incarna, ma soprattutto arrendersi alla paura che un’altro nome, magari meno rassicurante, non possa essere immune da determinate cadute come quelle subite da cuffaro. Preferirei alla borsellino uno sconosciuto solo e semplicemente per questo, ossia per la consapevolezza che la sicilia non deve superare le sue paure, affidandole alle impersonificazioni (rispettabilissime) della giustizia. La politica è infatti qualcosa di troppo complesso, per sentirsela dalla propria parte, semplicemente con l’elezione di un’alta personalità civile, e daltronde a maggior ragione non dimentichiamo che nel 2005 all’idea politica della borsellino i siciliani preferirono quella di cuffaro. La mia preferenza va quindi al futuro della sicilia, e a chi sarà in grado di inorgoglirne le potenzialità, a prescindere che questo si chiami borsellino o prestigiacomo. Ma in attesa che il futuro si materializzi, le mie speranze vanno nella direzione di un presente politico, che sia più alla tabacci che alla casini, ossia più votato all’obiettività piuttosto che alla formalità.

Auro Buttiglione

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